Lungamente celebrati come maestri costruttori di navi e marinai, i Vichinghi governarono le acque dell'Atlantico settentrionale dal 900 al 1200 d.C., Navigavano liberamente con le loro navi per centinaia di miglia, in acque libere e non, verso le loro colonie in Islanda e Groenlandia. Nelle giornate limpide per non perdere la rotta usavano per naviagare uno strumento simile a una meridiana chiamato bussola solare, che consentiva loro una grande precisione. Ma gli scienziati da sempre faticano a rispondere a una semplice domanda: come navigavano i vichinghi quando il cielo era nuvoloso o nebbioso?
Ora, due ricercatori ungheresi hanno usato simulazioni al computer per sostenere una teoria di vecchia data secondo cui i vichinghi usavano blocchi di cristallo, conosciuti come sunstones, per trovare la loro strada durante il tempo inclemente, un metodo di navigazione di backup che avrebbe permesso loro di dominare i mari per tre secoli.
Anche se suona un pò new age, della tecnica di navigazione sunstone si parla in realtà nelle antiche leggende vichinghe, come "La saga del re Olaf", che parlano di marinai vichinghi che usano una sólarsteinn, o sunstone, nei loro viaggi. Perfino nel 1967 sul Washington Post un archeologo danese suggerì che i vichinghi riuscissero a seguire rotte infallibili, anche quando il cielo era nuvoloso, navigando grazie all'uso delle pietre del sole.
Queste pietre funzionano grazie a un fenomeno chiamato polarizzazione. Quando la luce del sole passa attraverso l'atmosfera, forma anelli polarizzati, con il sole stesso al centro. Alcuni cristalli, tra cui calcite, cordierite e tormalina, possono rivelare questi anelli quando vengono girati nel modo giusto, consentendo al navigatore di trovare il sole anche in una giornata nuvolosa.
Nel 2013 un cristallo di calcite fu trovato su una nave naufragata in Inghilterra risalente al XVI secolo. Questo fece nascere l'ipotesi che che i marinai inglesi avressero potuto apprendere la tecnica di navigazione dai loro predecessori nordici. Ma poiché non sono mai stati trovati sunstones su o vicino a un vera nave vichinga naufragata, molti storici hanno respinto l'idea definendola più mito che realtà.
In un nuovo studio pubblicato questa settimana sulla rivista Royal Society Open Science, Dénes Száz e Gábor Horváth dell'Eötvös Loránd University di Budapest hanno simulato migliaia di viaggi effettuati da una nave vichinga da un singolo punto in Norvegia ad un unico punto in Groenlandia usando le pietre del sole per la navigazione, in condizioni climatiche estremamente variabili. Dopo aver eseguito la simulazione circa 36.000 volte, hanno scoperto che finché un simulatore di nave vichinga utilizzava un cristallo di cordierite per trovare il sole ogni tre ore (come minimo), poteva navigare tra il 92,2 e il 100 percento di precisione.
Questo è solo lo scenario migliore che prova la veridicità di quello che stavano cercando di dimostrare, ma i risultati dello studio variano molto, come ammettono i suoi autori. "Nessuno sa quali fossero le pratiche di navigazione dei Vichinghi", ha detto Horváth al Post. Secondo lo studioso avrebbero potuto fare affidamento non solo sulle pietre del sole, ma su una varietà di tecniche di navigazione che adesso non conosciamo esattamente, ma che possiamo ipotizzare:avvistare isole familiari, tracciare i modelli delle onde e osservare i percorsi delle balene in migrazione.
Nel loro studio usando le simulazioni, Horváth e Száz hanno scoperto che se i Vichinghi avessero usato un altro calcite di cristallo e lo avessero controllato solo una volta ogni quattro ore o più, la loro nave avrebbe potuto andare ben oltre la Groenlandia e arrivare direttamente in Canada. Il che solleva la domanda: Leif Eriksson che tecnica di navigazione avrà seguito per arrivare in America 500 anni prima di Colombo?
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